Soffri di fotografia FOMO (paura di perderti)?

Anonim

C'è stato qualcosa nella mia mente di recente sullo stato attuale della fotografia di paesaggio, e forse indicativo dei tempi in cui viviamo attualmente. Quel qualcosa è la paura di perdersi, o "fomo" nel lessico di oggi.

Sono innamorato dei tempi di transizione tra le stagioni, specialmente a entrambe le fine dell'anno, e l'importanza che do a questi momenti fa sembrare che durino più a lungo di quanto non facciano. Il clima britannico può essere una bestia spietata e durante questi periodi è particolarmente mutevole.

Sono sempre alla ricerca di condizioni atmosferiche interessanti, ma essere nel posto giusto al momento giusto è un calcolo difficile. È spesso un atto di bilanciamento, e anche quando mi trovo in condizioni ideali, dentro c'è la paura che le cose potrebbero andare meglio altrove. Una volta che questo pensiero è entrato nella mia mente, trovo molto difficile concentrarmi sulla scena di fronte a me, concentrandomi invece su composizioni immaginarie altrove.

Anche quando mi trovo in condizioni ideali, ho paura che le cose possano andare meglio altrove

Verity Milligan

Ciò è aggravato dai social media, in particolare con l'aggiunta di storie di Instagram in cui posso vedere immediatamente quali sono le condizioni nelle vicinanze. Quando rifletto dopo l'evento, questo comportamento mi sembra assurdo: un'afflizione moderna che può consumare la creatività.

Possiamo condividere istantaneamente le nostre immagini e la nostra creatività online, e quindi trovarci rapidamente esposti ad altri lavori che potrebbero farci fermare e sentire come se dovessimo andare in un altro luogo, o usare un obiettivo diverso, come se l'implementazione di questi piccoli passaggi lo avrebbe fatto hanno portato allo stesso risultato. Questa mentalità trascura la nostra individualità e gioca con l'idea che dobbiamo sempre competere - come creativi, come individui e come esseri umani.

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Recentemente ho cercato di trovare un modo per dissipare questa ansia e non l'ho trovato un compito facile. Quando scopro che la mia mente vaga, cerco di riportare tutto al qui e ora, praticando la consapevolezza di base in movimento per controllare quegli impulsi che escogitano per offuscare un'esperienza oggettivamente meravigliosa.

Ho tentato di sradicare l'aspettativa di essere "migliore", accontentandomi invece di concentrare la mia attenzione sulla scena di fronte a me e sentendomi grato di poter vivere quel momento, qualunque siano le condizioni. Ammetto che non è facile da imparare, ma trovo che quando riesco a stare nel momento, dà alla mia creatività la libertà di vagare e sperimentare, e finisco per creare alcune delle mie immagini preferite.

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